LEGIO V MACEDONICA
Il suo nome significa "macedone" probabilmente per aver servito in quella regione per un certo periodo; simboli della legione sono il toro, la Vittoria con l'aquila, l'elefante (?).
Le origini di questo reparto sono incerte. Forse nell'esercito pompeiano e passata agli ordini di Cesare (che aveva già una sua LEGIO V) prima del 4 aprile 46 a.C., quando combatte a Thapsus (Africa) contro i pompeiani, e dove sconfigge le truppe di re Giuba I dotate di elefanti; da qui uno dei simboli della legione.
L'appellativo VRBANA è estremamente controverso; riferito probabilmente a Roma (l'Urbe per eccellenza), secondo alcuni autori è da riferire a una LEGIO V VRBANA, reclutata nel 43 a.C. dal Console Caius Vibius Pansa come guarnigione di Roma mentre il resto dell'esercito si porta a Mutina per combattere contro Marco Antonio, o che sia invece una legione del terzo triumviro Emilio Lepido. Certo che queste ipotesi non contrastano con le notizie certe della storia di questa legione.
Nel 44 a.C. si trova in Macedonia per la spedizione contro i Parti (annullata a causa dell'assassinio di Cesare); qui si rifugiano alcuni dei cospiratori che riuniscono un'esercito (tra cui la LEGIO V MACEDONICA), sconfitto da Ottaviano nella doppia battaglia di Philippi (4 e 23 ottobre 42 a.C.). Passata dopo la sconfitta nell'esercito di Ottaviano, partecipa alla battaglia di Actium (Epirus) nel 31 a.C. (in quegli anni troviamo dei suoi veterani, o quelli della V VRBANA in Veneto, ad Ateste), e successivamente è destinata nei Balcani. Nel 29-27 a.C. partecipa alle operazioni contro Sciti e Bastarni, e nel 20 a.C. viene trasferita in Oriente (probabilmente in Galatia) dove, sulle sponde dell'Eufrate, presiede, insieme ad altre legioni, alla restituzione da parte di Fraate IV re dei Parti a Tiberio, delle insegne e dei prigionieri presi nella battaglia di Carrhae (53 a.C.) e nella spedizione di Marco Antonio (36-35 a.C.). Nel 16 a.C. dei suoi veterani vengono insediati a Berytus e Heliopolis (Syria Phoenicia) insieme a quelli della LEGIO VIII AVGVSTA. Nel 12-10 a.C. partecipa probabilmente alle operazioni in Thracia del proconsole Calpurnio Piso, forse inserita nell'exercitus Thraciae Macedoniaeque. Nel 6 d.C. dalla Macedonia viene spostata a Carnuntum (Pannonia) e integrata nell'esercito riunito da Tiberio per la progettata conquista del regno marcomanno; operazione annullata a causa della rivolta di Illiri e Pannoni, alle cui operazioni di soffocamento dell'insurrezione, partecipa anche la LEGIO V MACEDONICA (fino al 9), contrastando anche una breve incursione di Daci attraverso il Danuvius. Probabilmente dal 10 è di base a Oescus (o inizialmente a Ratiaria - Moesia, provincia dal 15 dopo, forse, brevi periodi a Scupi e Naissus). Dalla nuova base di Oescus (con permanenze anche a Singidunum) collabora con la LEGIO IV SCYTHICA, alla costruzione nel 33-34 di una via di attraversamento della provincia della Moesia e ad altre opere di viabilità. Compito della LEGIO V MACEDONICA è anche di intervenire nel regno vassallo di Thracia a difesa degli interessi romani (nel 19, nel 21 e, nel 26-27, accompagnata dalla cohors I Sugambrorum e dalla LEGIO IV SCYTHICA). Nel 45 è probabile che un'aliquota della LEGIO V MACEDONICA sia aggregata alla vexillatio della LEGIO VIII AVGVSTA per le operazioni nel Regnum Bosphori e l'anno seguente partecipa alle operazioni per la trasformazione del regno di Thracia in provincia; in questa occasione sue vexillationes formano con altre delle legioni VIII AVGVSTA e IV SCYTHICA uno specifico gruppo di combattimento agli ordini del prefetto Cornelius Valerianus. Durante il regno di Claudio (41-54) alcune unità ausiliarie aggregate alla LEGIO V MACEDONICA, sono le alae Gallica, Pansiana, I Scubulorum, e la I Gallorum Capitoniana. Probabilmente nel 62 (o di poco anteriormente) viene trasferita ad Oriente (accompagnata dalla cohors III Augusta Cyrenaica sagittariorum equitata), di riserva nel Pontus, per poi partecipare (dopo l'iniziale sconfitta per i romani a Rhandeia) nel 63 alle ultime vittoriose operazioni contro i Parti per la conquista dell'Armenia. Stanziata nei dintorni di Antioquia (Syria), una sua vexillatio nel novembre del 66 viene aggregata alla LEGIO XII FVLMINATA, mobilitata dal governatore della Syria Cestio Gallo per arginare sul nascere la rivolta giudaica, tentativo risoltosi con una sconfitta per le armi romane; per soffocare l'ormai dilagante rivolta, viene nominato governatore della Iudea Tito Flavio Vespasiano, a cui ordini viene posta anche la LEGIO V MACEDONICA (insieme alla LEGIO X FRETENSIS e alla XV APOLLINARS), riunite a Ptolemais (Aegyptus) nel febbraio 67. Durante le operazioni del 67, la LEGIO V MACEDONICA (di base a Nicopolis-Emmaus) prende parte alla conquista di monte Garizim (santuario dei Samaritani), e di Iotapata, Gadara, Tiberias, Taricheae, Gamala. Passato l'inverno a Cesarea Maritima (Iudea) con la LEGIO X FRETENSIS, nella primavera del 68 si porta a Scythopolis per le operazioni di quell'anno, per rientrare a Cesarea Maritima con la LEGIO XV APOLLINARS a svernare. Nel frattempo nel giugno 68 è salito al soglio imperiale Galba a cui tutte le legioni orientali giurano fedeltà, come anche al nuovo imperatore Otone nel marzo del 69; alla notizia che quest'ultimo è stato sconfitto dal nuovo pretendente Vitellio (Bedriacum, 14 aprile), le legioni orientali eleggono imperatore Vespasiano, a cui giurano fedeltà il 3 luglio 69. Probabilmente alcuni soldati della LEGIO V MACEDONICA (tra gli altri) accompagnano Vespasiano e suo figlio Tito ad Alexandria (Aegyptus) e tornano con quest'ultimo in Iudea all'inizio del 70, quando il nuovo imperatore Vespasiano si porta a Roma, lasciando a Tito la prosecuzione della guerra in Iudea. Un'altra aliquota (2000 uomini) della LEGIO V MACEDONICA (insieme ad altri reparti), agli ordini del governatore della Syria, Licinius Mucianus nel frattempo è partita alla volta dell'Europa a sostegno di Vespasiano (agosto 69, via Cappadocia, Galatia, Asia), e in Moesia respinge un'incursione dei Daci nei dintorni di Ratiaria, su un limes lasciato sguarnito dalle truppe moesiche che si trovano in Italia a combattere. Un'altra vexillatio della LEGIO V MACEDONICA fa parte di una forza d'intervento a Trapezus (Cappadocia) per sedare dei disordini nati dall'instabilità politica di quei mesi. In resto della legione passa insieme agli altri reparti l'inverno 69-70 a Cesarea Maritima, per portarsi con il grosso dell'esercito all'assedio finale di Hierosolyma (aprile-settembre 70), dove la LEGIO V MACEDONICA svolge un ruolo fondamentale. Terminata la campagna, e passato l'inverno 70-71 in Iudea a guardia dei prigionieri e del bottino di guerra, si trasferisce con Tito e la LEGIO XV APOLLINARS a Zeugma (Syria) per un incontro con il re dei Parti, Vologeso I. Il contingente torna poi ad Alexandria (Aegyptus), dove si imbarca per l'Italia (maggio 71) per fare ritorno alle basi danubiane, (forse partecipando alcuni dei suoi soldati al trionfo celebrato a Roma quello stesso anno da Vespasiano); la LEGIO V MACEDONICA è accompagnata da alcune unità ausiliarie tra le quali la cohors I Antiochensium, la cohors I Cispadanensium, e forse l'ala I Raetorum. Tornata dunque alla base di Oescus (Moesia Inf.), la LEGIO V MACEDONICA viene sconfitta (insieme alla LEGIO I ITALICA) nel giugno dell'85 in una battaglia contro i Daci (dove perde la vita il governatore della provincia Oppius Sabinus), partecipando alle successive campagne contro gli stessi Daci nell'86-88 (o 89) e contro i Sarmati nel 90-92. Alla fine di queste vittoriose campagne i soldati della LEGIO V MACEDONICA si occupano di lavori di migliorie sulla rete di comunicazione fluviale sul Danuvius, e presso le officine dei governatori provinciali di Moesia e Dalmatia. Nell'ottobre del 97 non è favorevole alla nomina del governatore della Germania Superior, Vlpivs Traianus a erede dell'imperatore Nerva (preferendo come altre legioni il governatore della Syria Cornelius Nigrinus ex governatore della Moesia Inferior, uno dei soldati più decorati dell'impero), ma eventuali manovre eversive abortiscono immediatamente. In quegli anni, uno degli ufficiali (tribunus laticlavio) della LEGIO V MACEDONICA è Aelius Hadrianus Afer, il futuro imperatore Adriano: proprio lui viene incaricato di portare al nuovo erede al trono, nel novembre 97, le felicitazioni dell'esercito della Moesia Inferior. La LEGIO V MACEDONICA combatte nelle campagne daciche di Traiano del 101-102 e 105-106 e nel 107 viene trasferita nella base di Troesmis (Moesia Inf.) con l'ala I Pannoniorum, aiutando poi alla costruzione del campo della cohors I Dardanorum ad Arrubium (Moesia Inf.). In quegli anni, distaccamenti della LEGIO V MACEDONICA sono a presidio di varie località (Ramidava - Dacia oltre limes, Buridava - Dacia Inferior, Dinogetia e Tropaeum Traiani - Moesia Inferior, Tyras - oltre limes, Olbia - Regnum Bosphori), mentre alcuni suoi veterani contribuiscono alla fondazione della nuova capitale dacica (Colonia) Vlpia Avgvsta Traiana (Dacica) Sarmizegethvsa. Nel 113 una parte della legione viene trasferita in Oriente, svernando ad Ancyra (Galatia), per portarsi nella primavera del 114 a Satala (Cappadocia), per partecipare con altre legioni alla campagna contro i Parti nel 114-117, operando nel Pontus e in Armenia. Di ritorno in Moesia nel 118, è possibile che questa vexillatio intervenga come rinforzo contro l'incursione dei Sarmati Roxoliani in Dacia. Nel 132-135, alcune vexillationes della LEGIO V MACEDONICA sono inviate in Iudea per la repressione della rivolta giudaica (riconquistando Hierosolyma nel 134, e dove si installano i legionari congedati), nel 139 (in unione ad altre forze danubiane) in Armenia per la campagna contro i Parti, e nel 144-152 in Numidia contro le incursioni dei Mauritani. Durante il regno di Antonino Pio partecipa alla campagna contro le incursioni dei Taurosciti a Olbia (Regnum Bosphori), e suoi reparti sono stanziati insieme a quelli di altre legioni della Moesia, nel Chersonesus Tauricus. Nel 163 viene trasferita in Oriente per la campagna del 162-166 contro i Parti (base di Antioquia - Syria) operando nell'Osrhoene, che porta alla riconquista dell'Armenia, e facendo parte dell'esercito che raggiunge le città di Nisibis ed Edesa (Mesopotamia). Successivamente (nel 167) la sua base viene spostata a Potaissa (Dacia Porolissensis), per contrastare le incursioni daciche e a difesa delle miniere d'oro di quella zona; in quel periodo la LEGIO V MACEDONICA è l'unica forza legionaria della provincia, integrata comunque da numerosi reparti ausiliari dipendenti dalla legione e presenti in loco precedentemente all'arrivo della stessa (le alae Electorum, I Siliana, I Tungrorum Frontoniana, I Pannoniorum, le cohortes I Aelia Gaesatorum milliaria, I Alpinorum equitata, I Augusta Itureaorum, I Batavorum milliaria, I Britannica milliaria c.R. equitata, I Brittonum milliaria Vlpia torquata P.F.c.R., I Canninefatium, I Flavia Vlpia Hispanorum c.R. equitata, I Hispanorum P.F., I Vbiorum, II Brittonum, II Hispanorum scutata Cyrenaica equitata, II Nervia Brittonum milliaria, III Baetasiorum, IIII Hispanorum equitata, V Lingonum, VI Thracum equitata, VIII Raetorum c.R. torquata equitata, e i numeri Maurorum S... e Palmyrenorum Porolissensium), come ad esempio un suo centurione è al comando del numerus Germanicianorum. Negli anni 169-175 combatte sul Danuvius contro Suebi (Quadi e Marcomanni) e nel 178-180 e nel 184-186 contro i Sarmati (un suo distaccamento anche in Pannonia Superior, a Carnuntum). Nel 193, durante la crisi per la successione al soglio imperiale, si schiera per il governatore della Pannonia Superior, Settimio Severo, e contingenti della LEGIO V MACEDONICA combattono contro l'altro pretendente al trono, Pescennio Nigro (193-194) e la rivolta di Clodio Albino (battaglia di Lugdunum - Gallia Lugdunensis, 19 febbario 197) e successivamente una sua vexillatio contro i Parti nella campagna del 194-196 che porta alla riconquista della Mesopotamia e dell'Osrhoene, e in quella del 197-199 che consente la conquista della capitale partica Ctesifonte; ancora un reparto della LEGIO V MACEDONICA partecipa alla nuova e sfortunata campagna in Mesopotamia contro i Parti nel 216-217. Un nuovo reparto si unisce alla campagna di Gordiano III contro il nuovo nemico orientale, i Persiani Sasanidi, nel 242-244; probabilmente la medesima vexillatio combatte in Dacia Malvensis contro le incursioni dei Carpi nel 246. Nel 259-260 è probabile che anche una vexillatio della LEGIO V MACEDONICA faccia parte dell'esercito che accompagna l'imperatore Valeriano nella nuova campagna in Oriente contro i Persiani, e che termina con il disastro di Edesa e la cattura dell'imperatore (giugno 260). Un'altra vexillatio della LEGIO V MACEDONICA si schiera contro la sollevazione del governatore della Pannonia Superior, Nonius Regalianus, e partecipa alle operazioni di quell'anno contro gli Alamanni sul Rhenum e sul Danuvius. Un'altra vexillatio è distaccata (insieme a una della LEGIO XIII GEMINA), dalla metà del III secolo, a Poetovio (Pannonia Sup.) a difesa e controllo dell'accesso in Italia; la medesima vexillatio supporta Gallieno nella riconquista territoriale contro l'effimero "impero gallico" nel 262. Intorno al 260 (secondo alcuni nel 257) la LEGIO V MACEDONICA abbandona la base di Potaissa (Dacia Porolossensis) per ritirarsi, con le altre truppe della Dacia, nella Moesia Superior, e ritornare alla vecchia base di Oescus (Moesia Inferior ora nuova provincia di Dacia Ripensis) nel 275 con l'abbandono delle province daciche sotto la pressione dei Goti (anche se a Sucidava rimangono con compiti di controllo piccole aliquote della III e IV coorte della LEGIO V MACEDONICA con legionari della LEGIO VII CLAUDIA). Probabilmente una vexillatio della LEGIO V MACEDONICA accompagna Aureliano nella campagna in Oriente contro il regno di Palmyra nel 272-273, mentre rimane irrisolto il motivo per cui la LEGIO V MACEDONICA compaia su alcune emissioni monetarie di Victorino (268-269) a capo dell'illegittimo "impero gallico" e su quelle di Carausius, usurpatore in Britannia (286-293): forse semplice propaganda o casi di vexillationes spostate per operazioni lontane dalla propria zona e rimaste nelle aree di competenza degli usurpatori. Nel 293 una vexillatio è presente alle operazioni del Cesare Galerio contro i Persiani e nel 295-298 un'altra vexillatio accompagna l'Augusto Diocleziano a reprimere l'insurrezione in Aegyptus di Domizio Domiziano. Con la riforma militare di Diocleziano, la LEGIO V MACEDONICA da vita a varie unità: la principale con la qualifica di legione ripensis rimane a Oescus (Dacia Ripensis) agli ordini del Dux Daciae Ripensis, con distaccamenti a Variana, Cebrus, Sucidava, Bononia, Utum; altre forze dislocate a Ratiaria (Dacia Ripensis), Memphis (Arcadia) a disposizione del Comes Limitis Aegypti. Le basi vengono probabilmente abbandonate nel 447 durante le invasioni unne, e non si sa se questi reparti sopravvivono ulteriormente, anche se una qualche forma di unità militare è probabilmente presente a Oescus nel 586 quando la città è distrutta dagli Avari.
TITOLI
(Vrbana) (Dacica) (Augusta) (Moesiaca) [Invicta (Pia Constans)°] (Victrix)· (Pia Fidelis)* (Constans)** (Pia III Fidelis III)*** (Severiana)+ (Philippiana)*** (Gordiana)·· (Antoniniana)°° (Gallieniana)°°° Variana°°°°
*dal Marco Aurelio. **da Commodo ***da Valeriano. +sotto Alessandro Severo. ***sotto Filippo. ·AE 1893, 0091. ··sotto Gordiano III. °è attestato sotto Marco Aurelio. °°sotto Caracalla. °°°sotto Gallieno. °°°°(AE 1939, 0091)
COMANDANTI (LEGATI)
C. Velleius Paterculus (inverno 6-7)?
Magius Celer Velleianus (tra il 6 e il 9)
Pomponius Labeo (legato? nel 26)
L. Martius Macer (nel 41-43)
Annius Vinicianus (nel 62)
Sestio Vettulenus Cerialis (nel 67-70)
C. Salvius Liberalis Nonius Bassus (tra il 78 e l'81)
Q. Pomponius Rufus? (sotto Nerva)
Q. Roscius Coelius Murena Silius Decianus Vibullius Pius Iulius Eurycles Herculanus Pompeius Falco (nel 101-102)
D. Terentius Scaurianus (nel 105-106)
Calestrius Tiro Orbius Speratus (circa 108-110)
Plotius Iulianus (nel 134)
Cominius Secundus (nel 140)
Q. Fuficius Cornutus (nei primi anni di Antonino Pio?)
M. Sedatius Severianus Iulius Acer Metilius Nepos Rufinus Rutilianus Censor (circa 144-147)
Caecilius Redditus (nel 156-157)
Calpurnius Iulianus (ultimi anni di Adriano o Antonino Pio)
P. Vigellius Raius Plarius Saturninus Atilius Braduanus Caucidius Tertullus (ultimi anni di Antonino Pio)
Aelius Optatus (nel 159-160)
T. Prifernius Paetus Rosianus Nonius Agricola C. Labeo Tettius Geminius (sotto Antonino Pio)?
Maximus (tra l'86 e il 162)
P. Martius Verus (nel 163)
Sesto Calpurnius Agricola Iulianus (nel 164-165)
M. Statius Priscus Licinius Italicus (nel 164-165)
Ignoto (sotto Marco Aurelio?)
D. Clodius Albinus (circa 183)?
M. Valerius Maximianus (nel 182-183)
Iunius Priscus Car... Quintilianus (nel 183-184)
Ti. Claudius Claudianus (nel 195-196)
L. Ovinius Rusticus Cornelianus (primi anni del III secolo)
P. Domitius Antigonus (nel 217-218)
Optatus (prefetto sotto Galieno)