PARAZONIUM
Trattasi di un’arma la cui caratteristica risiede nel tipo di impugnatura, a testa d’aquila, piuttosto che nella forma o nella lunghezza della lama. Alcuni studi lo considerano un pugnale ma, se vogliamo limitarci alla sola discriminante dell’impugnatura, la troviamo su spade di varia lunghezza. Il parazonium è celebrato da Marziale (Apophereta XIV, XXXII) che così lo descrive: Militiae decus hoc gratique erit omen honoris, arma tribunicium cingere digna latus (sarà per te un onore militare, l'augurio di una carica gradita, un'arma degna di cingere il fianco di un tribuno). Un’arma dunque destinata agli alti e altissimi gradi dell’esercito e che troviamo raffigurata anche su statue di imperatori, dei ed eroi, probabilmente da considerarsi più come una simbologia di potere o di autorità militare.
Ara sepolcrale di Quintus Sulpicius Celsus, prefetto del genio militare e della Cohors VII Lusitanorum: a fianco della corazza, compare una corta spada con il manico a testa d’aquila. Seconda metà del I secolo d.C.
(Cortesia Musei Capitolini - Roma-IT)
Particolare del "Sarcofago di Portonaccio" dove compare un parazonium.
Databile al 180 d.C. circa.
(Museo Nazionale Romano - Palazzo Massimo - Roma-IT)
Particolare dal sarcofago denominato "Grande Ludovisi", databile alla metà del III secolo d.C.,
dov'é raffigurato un parazonium frammentato.
(Museo Nazionale Romano - Palazzo Altemps - Roma-IT)
Particolare del gruppo statuario con i primi quattro tetrarchi, databile al 293-303 d.C.,
dove sono riprodotti dei parazonia estremamente lunghi, sulla falsariga delle spathae.
(Piazza San Marco - Venezia-IT)
Moneta (quattro solidi e mezzo) emessa nel nel 325 d.C (Nicomedia - Bithynia) che raffigura
Flavio Giulio Costanzo (Costanzo II); nella mano sinistra del Cesare compare
l'impugnatura di un parazonium.