GLANDES PLUMBEAE
I proiettili di piombo (più rari in bronzo) di forma biconica (glandes plumbeae) erano i temibili oggetti atti e venir scagliati con la frombola.
Le origini dei combattenti dotati della frombola ha origini antichissime; la figura del fromboliere (funditor-oris-ores) come combattente leggero, ci è tramandata fin dai tempi più remoti grazie ai rinvenimenti archeologici e alle fonti.
La frombola (funda-ae) consisteva in una striscia di cuoio morbido o corda di canapa (Virgilio, En. XI, 579 - Geo., I, 309), alla metà della quale si trovava un alloggiamento a "cucchiaio" (scudetto - habena - lo definiscono Lucano, Valerio Flacco, Livio) dove prendeva posto il proiettile. Le due estremità della frombola venivano tenute strette in mano (una con occhiello, infilandovi in dito) e a quel punto la stessa veniva fatta roteare (al fianco sottomano o sopra la testa) fintanto che, raggiunta una velocità soddisfacente, una delle estremità veniva rilasciata, permettendo al proiettile alloggiato nel "cucchiaio" di partire verso il bersaglio. La lunghezza della frombola variava a seconda dei bersagli che si intendeva colpire: frombole corte per bersagli ravvicinati e lunghe per quelli distanti. Pare che la distanza raggiungibile massima fosse di 300 metri, anche se riteniamo più probabile 200-250 metri.
I proiettili così scagliati potevano uccidere o ferire seriamente chi ne fosse stato colpito (Celso De Medicina – VII, 5) anche se protetto da elmo o corazza (Vegezio, Epitoma Rei Militaris, I, 16).
I proiettili erano costituiti da pietre (preferibilmente affusolate), facilmente reperibili anche sul campo di battaglia, da ghiande missile in terracotta (argilla essiccata al sole o in forni) o di piombo, di forma biconica allungata (glans plumbea, glandes), facilmente producibili al campo durante una campagna militare (Cesare, B. Afr., 20, 3). L'utilizzo di proiettili costruiti, in luogo dei sassi, garantivano un'uniformità in peso e dimensione, tali da fornire maggior precisione nei lanci, minimo ingombro nel trasporto e maggior cadenza nel tiro. In particolare le ghiande di piombo erano le più adatte allo scopo, sia per la loro pesantezza in fase di impatto contro il bersaglio, sia per la facilità di costruzione. Questi proiettili sono stati rinvenuti in varie lunghezze e pesi (dai 20 ai 150 grammi).
Sui reperti archeologici delle ghiande di piombo, a volte è possibile trovare interessanti iscrizioni e disegni: insulti diretti al nemico o ai suoi parenti, simbologie belliche (aquile, saette), nomi dei reparti militari o dei comandanti, nomi di città di provenienza. Le fonti ci indicano frombolieri ausiliari dell'esercito romano provenienti da Rodi, Siracusa, dalla Grecia e dalle Isole Baleari, i più famosi e capaci.
Nell'esercito romano l'uso della frombola è attestato fin dai tempi arcaici, come ci informa Livio (I, 43) precisando che i soldati meno abbienti erano armati solo di fionde e pietre da lancio. Successivamente l'uso di quest'arma sarà ad appannaggio dei velites. Compito principale dei frombolieri era quello di proteggere le ali dello schieramento legionario: posizionati dunque sui fianchi insieme alle altre truppe leggere come gli arcieri, i lanciatori di giavellotto e alla cavalleria; in epoca tardo imperiale alla frombola vera e propria, venne aggiunto un palo, dando appunto vita alla frombola a palo (fustibalus) perfezionandola in potenza e gittata.
In epoca imperiale troviamo altri riferimenti: Tacito (Ann., II, 20) li nomina ancora insieme ai lanciatori di pietre (libratores) presenti con Germanico dopo la battaglia di Idistavisio (17 d.C.) e con Corbulone nel 58 d.C. in Armenia (Ann., XIII, 39) e Arriano ci tramanda dei frombolieri a cavallo (Ars Tactica, 43.1) anche se in tutti questi casi non conosciamo se, come in passato, questa specialità fosse ad appannaggio di qualche particolare popolazione, o se in parte fosse entrata nell'uso ordinario di reparti legionari o ausiliari, come si potrebbe supporre dalle parole di Vegezio (Epitoma rei militaris I,16 - fine del IV-inizio V secolo d.C.), che raccomanda che tutte le reclute della fanteria legionaria si addestrino con la frombola.
La "Notitia Dignitatum" (elenco di tutti i reparti militari, redatto tra la fine del IV e la metà del V secolo d.C.), ci segnala una Legio Funditores, agli ordini del Magister militum per Orientem tra le legioni pseudocomitatensi dell'impero d'Oriente: probabilmente un'unità particolarmente abile nell'uso di quest'arma, o anche un reparto specializzato di frombolieri che riforniva le altre unità con piccoli gruppi dei suoi soldati.
Fromboliere dai rilievi della Colonna Traiana
(Cortesia Museo della Civiltà Romana - Roma–IT)
Copia del rilievo dei frombolieri da Ascoli Piceno (I secolo a.C.)
Ghianda missile in piombo proveniente dalla Spagna, riportante a rilievo la scritta L XIII,
riferito alla Legio XIII; databile al I secolo a.C., misura cm 4,4 di lunghezza.
(Collezione privata)
Di seguito cinque esemplari di proiettili di piombo, provenienti dalla città di Ascoli Piceno,
riferibili all'assedio della città durante la guerra Sociale del 91-89 a.C.
Ghianda missile con iscrizione OP[T]ERGI, riferita alla città di Opitergium (Oderzo),
i cui frombolieri parteciparono agli scontri dell'89 a.C. ad Ascoli, a fianco dei Romani:
un chiaro messaggio politico agli assediati.
(Cortesia e Copyright Museo Civico Archeologico Bologna-IT)
Ghianda con la scritta ITAL riferita alla città di Corfinio (AQ),
rinominata ITALICA durante la guerra Sociale e capitale della confederazione anti romana.
(Cortesia Musei Civici di Reggio Emilia–IT)
Proiettile con la scritta POMP, riferibile al comandante romano Gneo Pompeo Strabone.
(Cortesia Musei Civici di Reggio Emilia–IT)
Inusuale forma curva per questo proiettile di piombo con la scritta ROMA.
(Cortesia Musei Civici di Reggio Emilia–IT)
Ghianda missile con il disegno di fulmini e saette.
(Cortesia Musei Civici di Reggio Emilia–IT)
Ghianda missile con iscrizione LEG XIII, rinvenuta nel sito della
battaglia di Alesia (I secolo a.C.).
(Collezione privata)
Ghianda missile riportante la scritta FERI (colpisci) rinvenuta a Modena,
probabile testimonianza degli scontri del 21 aprile del 43 a.C.
(Cortesia Museo Civico Archeologico Etnologico di Modena)
A sinistra alcune ghiande missile con il raffronto, nella foto a destra,
dei reperti provenienti da Kalkriese (Germania) databili al 9 d.C.,
di cui una riporta il taglio centrale.
(Collezione privata) (Cortesia www.varusforschung.de)
Esemplari di ghiande lisce, da Aquileia.
(Cortesia Museo Archeologico Nazionale di Aquileia-IT - Su concessione del Ministero
per i Beni e le Attività Culturali)
Alcuni degli esemplari degli oltre seicento rinvenuti nell'insediamento militare di Nauportus (Vrhnika-Slovenia) e databili tra il 40 a.C. e il 20 d.C.
(Cortesia Narodni Muzej Slovenije - Ljubljana-SLO)
Ghiande missili che si caratterizzano per una forma corta e tozza.
Dal forte romano di Vindolanda (Chesterholm-Inghilterra).
(Cortesia Vindolanda Roman Army Museum - Chesterholm-GB)
Ghianda missile della Legio XIII Gemina (L.XIII), databile alla prima metà del I secolo d.C.,
periodo nel quale questa legione era di base a Vindonissa (Windisch – Svizzera).
(Cortesia Vindonissa Museum - Brugg-CH)
Ghianda missile riportante l'iscrizione ITAL, forse riferibile a una Legio Italica.
(Cortesia www.romancoins.info)
Ghianda missile riportante l'iscrizione LEG XXII(I), riferibile alla Legio XXII Primigenia.
(Cortesia Germanisches Nationalmuseum Nürnberg-D)
Ghianda missile con iscrizione CAES IMP da un lato e dall'altro LEG VII.
(Cortesia e Copyright Museo Civico Archeologico Bologna-IT)
Ghiande missile con la scritta PETE da un lato e CVLVM
dall'altro, chiaro insulto rivolto al nemico.
(Collezione privata)
Restituzione grafica di un "cucchiaio" in pelle per l'alloggiamento della ghianda missile,
rinvenuto presso il forte romano di Vindolanda (Chesterholm-Inghilterra).