LORICAE et OCREAE
In epoca arcaica la protezione della parte superiore del corpo era affidata a corazze di lino o a piastre metalliche pettorali e dorsali di fattura molto semplice, quadrate o tonde e anche a tre tondi uniti (trilobate). Le classi di reddito più elevato potevano permettersi l'uso di corazze di tipo ellenistico (anatomiche o muscolate) o la corazza di maglia (lorica hamata) di probabile derivazione celtica, che pian piano arrivò ad equipaggiare tutti i soldati (III-II secolo a.C.?) e in uso fino a tutto il medioevo.
Dal I secolo d.C. comparve (o ricomparve) la corazza a scaglie (lorica squamata) e sul finire del I secolo a.C. i soldati romani adottarono anche un nuovo tipo di corazza, formata da larghe placche in ferro (lorica segmentata o laminata) e forse anche in cuoio, anche se la lorica hamata rimase fortemente diffusa, soprattutto presso le unità ausiliarie.
Presso gli ufficiali superiori rimase sempre in uso la corazza muscolare, in cuoio, ferro o bronzo.
Alle corazze (con esclusione della segmentata) veniva spesso associata una serie di strisce di stoffa o cuoio (pteryges: ali in greco) che copriva la parte superiore delle braccia, inguine e parte superiore delle cosce; di derivazione ellenica, sono probabilmente interpretabili come una moda o un vezzo che ritroviamo durante tutto il periodo romano.
Le altre parti del corpo come gambe e braccia erano protette da gambali (ocrae) mentre rarissime sono le evidenze archeologiche e lapidee per le protezioni delle braccia, tanto da far supporre che, quando presenti, fossero spesso di materiali organici.
Soldati dai rilievi della colonna Traiana - Cortesia Museo della Civiltà Romana - Roma