ARMAMENTARIUM NAVALIS
Ancor più rari dei reperti di navi, i reperti di equipaggiamenti dei soldati, non sempre individuabili se non contestualizzati o specificatamente individuabili da scritte o disegni.
Le acque delle isole Egadi ci hanno restituito negli ultimi anni, numerosi reperti della battaglia navale svoltasi il 10 marzo del 241 a.C. durante la prima guerra punica, dove la flotta comandata dal Console Caio Lutazio Catulo riportò una strepitosa vittoria a danno della flotta cartaginese, vittoria che ebbe come conseguenza l’accettazione da parte dei Punici di pesanti condizioni nel trattato di pace e l’annessione della Sicilia al territorio romano.
Tra il materiale sequestrato o recuperato, si trovavano anche elmi di bronzo di tipologia Montefortino. Di seguito esemplare con pomello apicale (apex) decorato con foglioline ornamentali e paranuca decorato a cordonatura, che riteniamo estremamente interessante per l’attestazione dell’uso marinaro di quest’elmo.
(Cortesia Archivio Soprintendenza del Mare - Regione Sicilia - foto V.C.Curaci)
Altro gruppo di elmi Montefortino accompagnati da un rostro dal medesimo contesto archeologico
delle Isole Egadi, come il precedente reperto.
(Cortesia Archivio Soprintendenza del Mare - Regione Sicilia - foto V.C.Curaci)
Ancora dal mare delle Isole Egadi, esemplare di elmo Montefortino estremamente interessante,
sia per le cannucce laterali atte ad infilare le piume,
sia per la splendida protome animale applicata in corrispondenza del bottone apicale,
protome la cui apertura serviva, probabilmente, per l'alloggiamento di una coda di cavallo.
(Cortesia Archivio Soprintendenza del Mare - Regione Sicilia)
Serie di reperti comprendenti gladio, pugio, doppio cingulum, sacca con dolabra e altri attrezzi, il tutto probabilmente appartenuto ad un marinaio della flotta di Miseno e impegnato nelle operazioni di soccorso della popolazione di Ercolano durante l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.; lo scheletro del soldato e i relativi reperti, sono stati rinvenuti nei pressi di un’imbarcazione nell’antico
porto di Ercolano, insieme ad altri scheletri di persone morte mentre attendevano di essere imbarcate.
Il gladio presenta il fodero ricoperto da una serie di placche decorative e pomolo di ferro con decorazioni in argento; lunghezza cm 70, larghezza cm 9, spessore cm 4.
(Su concessione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo - Soprintendenza di Pompei)
Il pugio con fodero in legno e osso, forse ricoperto di cuoio; lunghezza cm 38, larghezza cm 8, spessore cm 3. Notare il pomolo ribassato in legno, decisamente inusuale.
(Su concessione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo - Soprintendenza di Pompei)
Resti dei due cingulum con fibbie, placche, pendagli a lunula e gli elementi circolari per la sospensione del pugio.
(Su concessione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo - Soprintendenza di Pompei)
Strumenti (foto della parte superiore ed inferiore) rinvenuti sulla schiena dello scheletro del marinaio sulla spiaggia di Ercolano, probabilmente contenuti in un sacco di tela o di cuoio. Si tratta di un punteruolo a corpo cilindrico lungo cm 31, un'ascia (dolabra?) con lama larga e ricurva lunga cm 18 e con manico di cm 10, due scalpelli con manico cilindrico in legno con manici di cm 10 e 12, decorati a cerchi. La sacca degli attrezzi era decorata con una perlina in pasta vitrea a "melone".
(Su concessione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo - Soprintendenza di Pompei)