TUNICAE
Capo di abbigliamento per eccellenza nel mondo antico fin dalle epoche più arcaiche, la tunica (di lana, lino o anche canapa) era semplicemente formata da due rettangoli di stoffa cuciti insieme, lasciando aperte la parte inferiore e lo spazio per far passare la testa e le braccia; si potevano portare anche più tuniche una sovrapposta all'altra.
Successivamente i due rettangoli si trasformarono in due "T" a formare le maniche.
La tunica veniva stretta in vita dal cingulum, sopra il quale la tunica formava uno sbuffo.
Le rare testimonianze sul colore della tunica del soldato romano, ci fanno intuire che non vi fosse uniformità di colorazione, ma la scelta dello stesso era probabilmente dettata dal gusto personale.
Al pari di tutta la stoffa dell'evo antico, pochissimi reperti sono giunti fino a noi, a causa ovviamente della deperibilità della materia, e dunque le testimonianze ci vengono in gran parte da rilievi lapidei, statue, affreschi, e alcune fonti.
Esempi di colori di tuniche per questi soldati ritratti sul magnifico "Sarcofago delle Amazzoni", databile al 350-325 a.C.,creato per un committente etrusco, con pitture probabilmente ad opera di un artista magnogreco o italico; tuniche rosse, bianche ma anche una azzurra.
(Cortesia Museo Archeologico Nazionale Firenze-IT)
Particolari degli affreschi del cosiddetto Sepolcro Arieti dell'Esquilino (Roma), che ritrae un combattente vestito con tunica rossa. La datazione (controversa) è tra il III e il I secolo a.C. e ne è stata ipotizzata l'attribuzione ad Aulo Atilio Calatino, console nel 258 a.C.
Dal medesimo contesto della foto sopra, due littori con tunica (sagum) rossa e banda bianca, capo di abbigliamento tipico dello stato di guerra o dei trionfi.
(Cortesia Civici Musei Capitolini - Centrale Montemartini- Roma-IT)
Alcuni delle centinaia di soldati con tunica riportati sui rilievi della Colonna Traiana.
(Cortesia Museo della Civiltà Romana - Roma)
Durante lavori manuali impegnativi (non dimentichiamo che i soldati erano preposti anche a disboscamenti, bonifiche, costruzioni strade e ponti), la tunica, per creare minor impaccio, veniva tirata, nella parte eccedente, dietro il collo, e fermata con un laccio a formare una sorta di palla.
Dai rilievi della Colonna Traiana.
(Cortesia Museo della Civiltà Romana - Roma)
Sempre durante lavori impegnativi, poteva essere lasciata completamente scoperta una spalla.
Dai rilievi della Colonna Traiana.
(Cortesia Museo della Civiltà Romana - Roma)
Statuette di soldati (romani?), con elmo di tipologia Montefortino, e lorica; notare la tunica rossastra.
Particolare di un affresco proveniente da una villa di Gragnano (Napoli), coinvolta nell'eruzione del Vesuvio; vi sono raffigurati dei soldati a caccia, uno con tunica rossa e uno con tunica verde. Dalla tipologia di scudo del soldato sulla destra, l'affresco potrebbe datarsi all'epoca repubblicana.
(Su concessione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo - Soprintendenza di Pompei)
Frammenti di stoffa di lino dalla necropoli
del Portone a Volterra, databili al III-II secolo a.C.
(Cortesia Museo Etrusco "Guarnacci" - Volterra- IT)
Frammenti di stoffa dal campo militare di Vindonissa (Brugg-Svizzera).
(Cortesia Vindonissa Museum - Brugg-CH)
Ritratto funebre proveniente dall'oasi del Fayyum (Egitto), che ricopriva il volto di una mummia egizia di epoca romana (I secolo d.C.). In questo ritratto si può vedere chiaramente il color rosso della tunica; il ritratto è stato probabilmente individuato come quello di un soldato dell'esercito romano.
Frammento di lana, bicolore, rinvenuto a Falkirk, Stirlingshire (Scozia) e che fungeva
da chiusura ad un vaso pieno di monete; databile al 230 d.C.
(Cortesia National Museum of Scotland - Edinburgh-GB)
Probabili frammenti di tunica di lana da Deurne (Olanda), databili al 319-323 d.C.;
i reperti risultano di colore rosso brunastro, ma potrebbero aver perso parte della tintura.
(Cortesia Rijksmuseum van Oudheden - Leiden-NL)
Tuniche bianche per i soldati della Cohors XX Palmyrenorum sull'affresco detto di Julius Terentius;
dalla cittadina di Dura Europos (Tal al Hariri-Siria), e databile circa al 239 d.C.
(Cortesia e Copyright © - The Yale University Art Gallery-U.S.A.)
Particolare di un affresco conservato nelle catacombe di San Giovanni a Siracusa, raffigurante un soldato con tunica rossa e bordi di decorazione rosso scuro; databile al 315-360 d.C.
(Cortesia Pontificia Commissione di Archeologia Sacra-
Ispettorato per le Catacombe Della Sicilia Orientale - Siracusa-IT)
Numerose figure con tuniche colorate e decorate, sono giunte fino a noi grazie ai mosaici databili alla fine del III - inizio IV secolo d.C. dalla Villa del Casale a Piazza Armerina (EN). Le decorazioni delle tuniche, sia civili che militari, si arricchiscono dal III secolo d.C. con bande verticali che partono dalle spalle (clavus - clavi), decorazioni rotonde su spalle o poco sopra il ginocchio (orbiculus - orbiculi) e rettangolari (tabula - tabulae).
Alcuni personaggi ritratti nei mosaici sono sicuramente soldati, mentre su altri si nutrono dubbi.
Soldato con tunica rossa bordata di bianco.
A sinistra un ufficiale con tunica bianca decorata da svastiche (crux gammata), antico simbolo solare, e da segmenti di dimensione decrescente; a destra un soldato con tunica decorata da orbicoli sulla parte inferiore della tunica e sulle spalle, e decorazioni a fondo manica.
Tuniche di vari colori in questa scena di offerta.
Uomini su imbarcazione vestiti con tuniche bianche riccamente decorate.
Soldati (?) impegnati in una battuta di caccia.
Personaggi impegnati in una battuta di caccia e nel trasporto di animali; in quest'ultimo caso le due figure indossano un cinturone con decorazioni tipicamente militari.
Centurione (?) che punisce un soldato.
Personaggio di alto rango (il proprietario della villa?), accompagnato da due soldati.
Uno delle ipotesi è che si tratti di Lucio Aradio Valerio Proculo, governatore di
Sicilia (327-331) e Console (340).
(Cortesia Parco archeologico della Villa romana del Casale-Piazza Armerina-IT)
Numerosi reperti di tuniche tarde (impossibile dire se militari o, come più probabile, civili) e degli elementi che le decoravano, sono giunti fino a noi, soprattutto provenienti dall'Egitto, il cui clima ha spesso favorito la conservazione dei suddetti reperti.
Tuniche di lino decorate.
(Cortesia Römisch-Germanisches Zentralmuseum - Mainz-D)
Tunica di lino con orbicoli e bande verticali (clavii).
(Cortesia Kunsthistorisches museum - Wien-A)
Decorazioni per tuniche.
(Cortesia Kunsthistorisches museum - Wien-A)
(Cortesia Römisch-Germanisches Zentralmuseum - Mainz-D)