LEGIONES RES PUBLICA
Fin dagli albori della storia militare di Roma, le Legioni (costituite a formazione oplitica) venivano costituite e successivamente sciolte all'inizio e alla fine di ogni conflitto e rinumerate ogni volta; non vi era dunque un mantenimento delle tradizioni legate a singole unità che avevano combattuto le guerre sannitiche, le guerre puniche, o le guerre macedoniche. Le prime quattro Legioni erano tradizionalmente a disposizione dei due Consoli designati, e all'occorrenza ne vennero costituite fino a dieci; ad esempio, nella battaglia del Tiferno nel 297 a.C. è sicuramente presente la legione I, nella battaglia del Sentinum nel 295 a.C. sono presenti le legioni I, III, V, VI, e in quella di Zama nel 202 a.C. le legioni V e VI. Durante le guerre sannitiche vi è l'evoluzione dello schieramento a manipolare le legioni vengono divise ognuna in 30 manipoli, con ogni manipolo composto da due centurie, ciascuna composta da 60-80 soldati. Ogni manipolo era comandato da un centurio prior (il comandante della centuria più avanzata) ed un centurio posterior (il comandante di quella posta in seconda linea) a cui erano affiancati due optiones. I manipoli erano disposti su tre file (hastati, principes e triarii) a cui si aggiungevano i velites (40 per manipolo). Durante le guerre puniche una legione era formata da 600 triari (armati di lancia lunga alla maniera oplitica e che intervenivano solo quando fossero collassate le prime due linee), 1200 principes, 1200 hastati (armati di spada e due giavellotti) e altrettanti velites (armati alla leggera), a cui si aggiungevano 300 cavalieri. Il reclutamento avveniva tra i cittadini, suddivisi in cinque classi di censo (armi ed equipaggiamento erano di proprietà privata); con l'estendersi del territorio e la lontananza dei teatri di combattimenti, Roma risolse gran parte dei problemi con degli accordi con la città alleate, accordi che impegnavano queste città a fornire milizie che divennero anche numericamente superiori alle legioni.
Il manipolo rimase l'unità base dell'esercito fino alla seconda guerra punica, prima ancora della riforma di Caio Mario, che creò una nuova unità detta cohors, data dall'unione dei tre manipoli di hastati, principes e triarii inclusi i corpi di velites. Le truppe che componevano le Legioni erano formate da quella che era conosciuta come militia, formata da cittadini reclutati alla bisogna, che finita una campagna o una guerra, tornavano alla vita civile. Questo non toglieva comunque nulla alla ferrea disciplina che scandiva il vivere ed il combattere degli eserciti romani e che permise le conquiste del periodo repubblicano. Tappa fondamentale del reclutamento delle Legioni si attuò nel 107 a.C. con il primo arruolamento volontario dei nullatenenti (capite censi) effettuato dal console Caio Mario. Il tradizionale sistema di reclutamento delle Legioni, formate con la militia di cittadini entrò in crisi con le prime conquiste effettuate fuori dalla penisola, conquiste che esigevano guarnigioni permanenti e che portarono alla soluzione di un sistema di reclutamento che prevedesse la professionalizzazione dei soldati (tramite i processi già innescatisi durante le guerra romano-cartaginesi), completando quell'opera di elevazione della dignità sociale dei militari e restituzione della coscienza civica dei soldati già iniziata da Cesare. Il servizio militare durava (anni dal 220 a.C.al 150 a.C.) 16 anni per i legionari e 10 per i cavalieri, secondo Polibio.