EPHIPPIA
In epoca monarchica e repubblicana, la sella (ephippia) dei rari cavalieri romani, e dei più numerosi alleati Italici, era probabilmente costituita da una semplice coperta o gualdrappa (tapetum) o da una protezione in cuoio (ephippium) di derivazione greca; intorno al I secolo a.C il misurarsi degli eserciti romani contro abili cavalieri Galli e l’arruolamento di svariati reparti di cavalleria ausiliaria non di tradizione italica, portò all’adozione della sella a quattro corni (scordiscum). Questo tipo di sella era formata da una struttura in legno con quattro protuberanze, due davanti a contatto con le gambe del cavaliere, e due dietro all’altezza delle reni, una sorta di doppia “U” nelle quali il cavaliere poteva quasi incastrarsi, impedendo o limitando così le cadute accidentali (le staffe non erano ancora in uso). Le strutture lignee erano rinforzate con placche di bronzo e il tutto ricoperto di cuoio o pelle. Questo tipo di sella era sovrapposta all’usuale gualdrappa e assicurata al cavallo con una cinghia ventrale. E’ comunque quasi certo che molti reparti di cavalleria non utilizzassero la sella ma si limitassero all’uso di gualdrappe.
Ricostruzione grafica di un cavallo con sella a quattro corni. I due corni
anteriori erano leggermente inclinati verso l’esterno.
(Dal libro “Ad Arma!”)
Particolare dell’arco di Glanum (St. Remy de Provence – Francia), di epoca augustea, in cui compaiono alcuni cavalieri. Notare le gualdrappe e probabilmente una sella a corni, sul cavallo a terra, in primo piano.
Copia dei rinforzi in bronzo dei corni, da reperti originali databili al I secolo d.C.
(Cortesia Limesmuseum Aalen - Aalen-D)
Rinforzo bronzeo posteriore.
(Cortesia Dominikanermuseum - Rottweil-D)
Rinforzi di bronzo, uno anteriore e uno posteriore;
da Noviomagus Batavodurum (Nijmegen-Olanda).
(Cortesia www.romancoins.info)
I quattro corni di una sella dal forte romano di Trimontium (Newstead-Scozia),
e databili tra l'80 e il 180 d.C.
(Cortesia National Museum of Scotland - Edinburgh-GB)
Quattro corni di una sella che presentano, ad incisione, il nome del proprietario (SIINIICIO)
e dei numeri (XII e XV), forse del reparto di appartenenza;
dal forte romano di Trimontium (Newstead-Scozia), e databili tra l'80 e il 100 d.C.
(Cortesia National Museum of Scotland - Edinburgh-GB)
Elementi di chiusura della cinghia sottopancia di tenuta della sella.
(Cortesia Vindonissa Museum - Brugg-CH)
Parte della copertura di pelle della struttura (lignea e bronzea) della sella a corni.
(Cortesia Vindonissa Museum - Brugg-CH)
Copertura in pelle della sella, con angoli ricamati; forte di Vindolanda (Chesterholm-Inghilterra), dagli appartamenti di Flavius Cerialis, prefetto della IX Coorte dei Batavi. Databile al 100-105 d.C.
(Cortesia Vindolanda Roman Army Museum - Chesterholm-GB)
Particolare di statua equestre databile al I secolo d.C., dove è ben individuabile la coperta che veniva posizionata sulla groppa del cavallo. Dall'Anfiteatro Flavio, Roma.
Molte immagini lasciano chiaramente intendere che la sella non era in uso per tutti i soldati di cavalleria; spesso si utilizzava una semplice coperta, probabilmente fissata sulla groppa del cavallo, con una cinghia sottopancia. Dai rilievi della Colonna Traiana.
(Cortesia Museo della Civiltà Romana - Roma)