MONTEFORTINO (IV sec. a.C.-I sec. d.C.)
Elmo di bronzo (e raramente di ferro) di tradizione etrusco-italica o celtica (la questione è ancora dibattuta) conosciuto come Montefortino (dal nome della necropoli marchigiana che ne restituì alcuni esemplari), erroneamente conosciuto anche come "jockeycap" fintanto che non si capì grazie al Brizio, che l'espansione alla base della calotta trattavasi del paranuca e non della visiera.
Sulle origini di questo elmo che soppiantò praticamente tutte le tipologie allora in uso presso le truppe romane, si confrontano diverse linee, che sostanzialmente sostengono una, la derivazione del Montefortino da elmi Celtici (Boi e Senoni nel momento storico del loro insediamento nella pianura padana) e l'importazione da parte di popolazioni etrusche di questo elmo, e l'altra, con riferimento ai ritrovamenti di questo elmo in tombe celtiche, a bottini di guerra e a contatti commerciali con le popolazioni italiche (il Feugére classifica il Montefortino come etrusco-italico).
Divenuto comunque l'elmo più comune in uso presso le legioni romane, si distingue per la semplicità della forma emisferico-conica (forse conum era il nome all'epoca; Varrone DLL,V,24), del bordo conformato orizzontalmente, paranuca leggermente accennato, e pomello (apex) in cima al coppo a volte forato per l'inserimento di piume rosse o nere (crista), di oca o cigno, alte 45 cm (un cubito; Polibio, Historiae, VI,23) e fuso in un pezzo unico con lo stesso coppo. In corrispondenza delle tempie, le cerniere che sostenevano le paragnatidi mobili (bucculae), la cui ampiezza e forma anatomica, permettevano di proteggere guance, zigomi e mento; le paragnatidi erano fissate anche, tramite cinghie, ad un anello o due presenti nel paranuca (saldato internamente o applicato con ribattini), anche allo scopo di dare stabilità all'elmo. Alcuni esemplari di paragnatidi dei reperti più antichi, presentano decorazioni che secondo alcuni studiosi deriverebbero dalle tipiche corazze sannitiche; in questi esemplari anche la calotta risulta particolarmente decorata (classificazione A del Coarelli).
Le caratteristiche fondamentali sopra descritte (costanti nella produzione, nonostante la cospicua quantità dei reperti rinvenuti) fanno ipotizzare una produzione di decine di migliaia di esemplari nei secoli.
La lastra di partenza per la costruzione (fusa e poi battuta) era piuttosto spessa agli inizi della comparsa di questo elmo, per poi peggiorare nei secoli, probabilmente a causa dell'aumentare della domanda, come si evince anche dalla progressiva scomparsa di dettagli ornamentali: dapprima presenti sulle paragnatidi sul paranuca (classificazione Coarelli B, la cui diffusione è attestata soprattutto in Etruria), e in seguito sul solo paranuca (Coarelli C).
Da questo elmo deriveranno le tipologie cosiddette Coolus-Mannheim, e soprattutto Buggenum (classificato Montefortino C-D-F dal Robinson) e Haguenau (classificato Montefortino E e Coolus dal Robinson) (metà I secolo a.C.).
La produzione dell'elmo Montefortino si ipotizza cessi nel primo quarto del I secolo a.C.
Particolare di cippo funerario in pietra con raffigurato un elmo Montefortino, con
paragnatidi e cresta a coda di cavallo.
La presenza, dietro all'elmo, di quella che parrebbe essere una spada kopis (o machaira),
farebbe datare il cippo a non oltre il III secolo a.C., anche se la datazione ufficiale lo colloca
tra la seconda metà del I secolo a.C. e la prima metà del I secolo d.C.
(Cortesia Parco Archeologico di Carsulae - Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell'Umbria-IT.
Su concessione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo)
Due esemplari di elmi Montefortino in ferro, con relative paragnatidi,
databili al IV-III secolo a.C.; dalla necropoli celtica di Arcevia (AN).
(Cortesia Museo Archeologico Nazionale delle Marche - Ancona-IT)
Elmo in bronzo con ricche lavorazioni incise, sia sulla parte inferiore che superiore del coppo e borchie ai lati; paragnatidi trilobate con lavorazioni a sbalzo. Sull'apice del coppo un imponente punta tricuspidata di ferro per cresta o piume. Dalla necropoli celtica di Filottrano (AN);
seconda metà del IV secolo a.C.
(Cortesia Museo Archeologico Nazionale delle Marche - Ancona-IT)
Esemplare di bronzo con ricca lavorazione sulla fascia inferiore del coppo e con
borchie sui lati, con paragnatidi trilobate di ferro con contorni di bronzo;
da Fabriano (AN) e databile al 360 a.C.
(Cortesia Museo Archeologico Nazionale delle Marche - Ancona-IT)
Esemplare che presenta caratteristiche molto simili, se non uguali, ai reperti precedenti.
Da San Ginesio (MC), e databile alla prima metà del IV secolo a.C.
(Cortesia Museo Archeologico Nazionale delle Marche - Ancona-IT)
Esemplare databile al IV-III secolo a.C. con pomello decorato con foglie ornamentali; scanalature parallele e un nastro lavorato con motivi a lisca di pesce circondano l'elmo nella parte inferiore della calotta. Due ribattini di ferro per l'attacco delle paragnatidi, sono visibili su ogni lato. La sporgenza di un anello (probabilmente quello rimasto di due, presenti in precedenza) rimane sulla parte posteriore del paranuca. Altezza cm 18,5, peso gr. 1180.
(Cortesia Hermann Historica, International Auctioneers – Munich-D)
Elmo databile al III secolo a.C. dalla necropoli celtica di Serra San Quirico (AN).
(Cortesia Museo Archeologico Nazionale delle Marche - Ancona-IT)
Elmo ben conservato, dalla necropoli celtica di Arcevia-I Pianetti (AN),
databile alla seconda metà del III secolo a.C. Bordo decorato a torciglione e puntinatura,
e bottone apicale decorato; conserva anche l'anello sotto il paranuca e uno degli anelli su una delle paragnatidi, per la chiusura con il laccio di cuoio.
(Cortesia Museo Archeologico Nazionale delle Marche - Ancona-IT)
Esemplare catalogato anche come Montefortino-Canosa (IV-III secolo a.C.); altezza cm 18,3, peso gr. 220. Presenta al vertice del coppo dei residui del porta cresta di ferro, accanto al pomello di bronzo.
(Cortesia Hermann Historica, International Auctioneers – Munich-D)
Montefortino con paragnatide superstite e con iscrizione interna (úlúverna
un nominativo sud piceno), e databile al IV-III secolo a.C. da Canne (BA).
Altezza del reperto cm 33,5, altezza della calotta cm 19,8, lunghezza della
paragnatide cm 13,7, diametro della calotta cm 18x23,5; lunghezza del paranuca cm 2,8.
(Cortesia Museo Archeologico Nazionale Firenze-IT)
Questo esemplare (tipo A del Robinson), proviene dalla necropoli gallica detta
"Benacci" nel territorio bolognese. Le due paragnatidi non sono uguali ne'
per forma ne' per misura, ad indicare che una delle due è stata recuperata da un altro elmo;
entrambe presentano nella parte inferiore i fori dove erano alloggiati i ganci che
tenevano le corregge in cuoio che partivano da sotto il paranuca.
(Cortesia e Copyright Museo Civico Archeologico Bologna-IT)
Esemplare con paragnatidi trilobate, databile alla fine del IV secolo a.C.-metà III secolo a.C.
Produzione centro-italica.
(Cortesia Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia-Roma-IT. Su concessione
della Soprintendenza per Beni Archeologici dell'Etruria Meridionale)
Elmo da Revere (MN) e databile alla fine del III- inizi II secolo a.C.
Altezza cm 18, larghezza cm 18, lunghezza cm 23,5.
(Museo Acheologico Nazionale Mantova-IT)
Datato alla seconda metà del II secolo a.C., questo esemplare di Montefortino, presenta decorazioni insolitamente ricche; si notano i fori per le paragnatidi e il foro sul paranuca.
Altezza cm 18, peso gr. 720.
(Cortesia Hermann Historica, International Auctioneers – Munich-D)
Esemplare catalogato anche come Montefortino-Rieti (tardo II – inizio I secolo a.C., presenta sull'arcata sopracciliare un inscrizione: "P:X". G. E. Thury la legge sia come le iniziali di un Publius X oppure come il segno di riconoscimento di una unità militare, la principes decimi.
Altezza cm 17, peso gr. 680.
(Cortesia Hermann Historica, International Auctioneers - Munich-D)
Esemplare databile al II-I secolo a.C. dal fiume Ljubljanica (Ljubljana-Slovenia).
(Cortesia Narodni Muzej Slovenije - Ljubljana-SLO)
Esemplare databile alla tarda seconda metà del I secolo a.C., con pomello a forma di fiore di ghianda con decorazioni punzonate, e sul paranuca linee incise parallelamente che si allargano verso il fondo; Altezza cm 19, gr. peso 975.
(Cortesia Hermann Historica, International Auctioneers – Munich-D)
Esemplare databile al I secolo a.C.-I secolo d.C. catalogato dal Robinson Montefortino C; notare l'assenza di decorazioni, presenti sugli elmi precedenti e il bordo non rinforzato. Altezza cm 17 escluso il pomello apicale, diametro della base cm 21, circonferenza senza paranuca cm 22, con paranuca 29, peso gr. 666. L'elmo presenta un totale di sette fori: due su ciascun lato per il fissaggio delle paragnatidi (o di cinghie di cuoio), uno sul bordo frontale ed uno diametralmente opposto sulla nuca, che si presume servissero per il fissaggio di una cresta o qualcosa di simile, uno un po' più grande, sempre sul paranuca, dove si fissava il laccio per il trasporto dell'elmo a spalla. Visibili sulla superficie i segni della lavorazione, che si concretizzano in una fittissima serie di sottili segni orizzontali leggermente inclinati verso il basso.
(Cortesia Hermann Historica, International Auctioneers – Munich-D)
Montefortino di forma particolarmente allungata a cono; I secolo a.C.
(Cortesia e Copyright: © Christie's Images Limited)
Montefortino del tipo B nella classificazione del Robinson (III-II secolo.a.C.).
Diametro cm 21,7, altezza cm 19,2.
(The British Museum - London-GB. - Cortesia www.romancoins.info)
Esemplare databile al III-II secolo a.C.
(Musée du Louvre - Paris-F. - Cortesia www.romancoins.info)
Esemplare con porta cresta o piume aggiuntivo, di forma decisamente insolita (I secolo a.C.?).
(Cortesia Germanisches Nationalmuseum Nürnberg-D)
Elmo Montefortino che presenta la variante del bottone sommitale applicato in seguito (catalogazione D del Robinson), anziché fuso insieme al coppo. Altezza cm 15,6, lunghezza cm 22, larghezza cm 19,5, proviene dal fiume Kupa nei pressi di Sisak (Croazia), è databile tra il II e I secolo a.C.
(Arheološki muzej u Zagrebu - Zagrebu-HR - Dal volume "Militaria Sisciensia"-Musei Archaeologici Zagrabiensis)
Elmo che presenta un accenno di paranuca, e che dunque connota questo esemplare come un interessante preludio al successivo modello Buggenum (classificato Montefortino tipo C dal Robinson).
Questo modello è databile dalla metà del I secolo a.C, fino agli inizi del I secolo d.C.
All'intero del bordo è presente un ulteriore rinforzo. Su entrambi i lati, i resti della doppia chiodatura per le cerniere delle paragnatidi. Altezza cm 20,8, peso gr. 920.
(Cortesia Hermann Historica, International Auctioneers – Munich-D)
Esemplare databile al 350-325 a.C. (dalla necropoli di Ponte Rotto - Vulci-RM).
(Cortesia Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia-Roma-IT. Su concessione
della Soprintendenza per Beni Archeologici dell'Etruria Meridionale)
Elmo di fattura semplicissima: assenti le decorazioni, liscio l'apex, un solo foro a lato per la tenuta del sottogola (?), fanno sì che questo esemplare ricordi molto la successiva tipologia Coolus-Mannheim (da cui si distingue per la presenza dell'apex). Nonostante l'assenza di datazione, si potrebbe propendere per una collocazione alla seconda metà del I secolo a.C.
(Cortesia Museo Egizio - Torino-IT)
Coppia di paragnatidi per elmo Montefortino, databili al II-II secolo a.C.; altezza cm 14,5.
Notare in basso i bottoni per il sottogola, probabilmente una striscia di cuoio con due asole.
(Cortesia Hermann Historica, International Auctioneers - Munich-D)