SCUTA IMP. (I) (sec. I a.C.-III sec. d.C.)
In coincidenza con la nascita dell’impero, gli scudi di legionari e ausiliari, tendono ad uniformare le proprie forme, che possiamo suddividere, in maniera estremamente approssimativa, in scudi rettangolari a tegola, rettangolari con punte tonde, rettangolari con lati corti rotondi (già visti nella pagine dedicata agli scudi repubblicani), ovoidali convessi con punte troncate, per i legionari; scudi piatti ovali per gli ausiliari (raramente esagonali), anche se non mancano esempi che indicano ausiliari dotati di scudo a tegola rettangolare.
Lo scudo (scutum) a tegola (nelle diverse varianti), frutto di un’evoluzione che partiva da lontano, denotava una sostanziale superiorità protettiva, in particolare in caso di formazione serrata, ma anche in termini di robustezza rispetto agli scudi piatti, mentre difettava di maneggevolezza.
Ma se ad esempio sulla Colonna Traiana (che ricordiamoci sempre, è un manifesto politico, non un regolamento sulle uniformi), questa suddivisione parrebbe ben delineata, probabilmente per distinguere le due tipologie di soldati ad uso del pubblico (vedi apposita pagina dedicata), altri rilievi lapidei lascerebbero intendere, in alcuni casi, che alcuni reparti legionari fossero equipaggiati con lo scudo ovale.
A queste tipologie, si affiancavano tutta una serie di forme per altri reparti o per determinati gradi e ruoli all’interno della globalità degli armati: oltre alle legioni e ai reparti ausiliari (di fanteria e cavalleria), non dobbiamo infatti dimenticare i pretoriani, i marinai, gli urbaniciani, tutti con i loro scudi, all’interno dei quali, centurioni, signiferi e aquiliferi erano usi utilizzare tipologie di scudi tipici del loro ruolo o grado. Nell’ampio spettro dell’equipaggiamento di epoca imperiale, troviamo dunque svariate tipologie di scudi: rettangolare convesso, ovoidale convesso, rettangolare convesso con punte troncate, per i legionari; esagonale od ovale piatto per i reparti ausiliari di cavalleria, tondo convesso o piatto (il parma o parma equestris) per “sottufficiali” (signiferi, cornicinen, etc.).
Le due tipologie di scudo, concavo e piatto, necessitavano ovviamente di due tipologie di umbone ben precise; gradatamente scomparsa la spinatura centrale di rinforzo usata in passato, lo scudo concavo necessitava di un umbone a flange curve, mentre per lo scudo piatto si usava un umbone a bordi piatti. I rinvenimenti archeologici risultano di gran lunga superiori per quest’ultima tipologia, anche in contesti a forte connotazione legionaria, tali da far ritenere che la tipologia di scudo “legionaria” potesse sicuramente essere anche piatta.
Costruzione e altre particolarità degli scudi, erano simili agli elementi del passato:
formati da due o tre strati di listelli di legno uniti con colla bovina e ricoperti da stoffa di lino o lana e ancora esternamente da una pelle, parti superiore ed inferiore rinforzate da una lamina di metallo (o da un bordo di cuoio) per la protezione dai colpi dall’alto e dall’appoggio sul terreno, foro centrale per l’alloggiamento della mano in corrispondenza dell’umbone (umbo). Leggermente inferiore l’altezza (cm 105-110) rispetto al passato, almeno basandosi sui rari reperti.
Esternamente gli scudi erano decorati: “per evitare che i soldati nella confusione della battaglia siano separati dai loro compagni, ogni coorte aveva i suoi scudi dipinto in un modo particolare a se stesso. Il nome di ogni soldato è stato scritto anche sul suo scudo, insieme al numero della coorte e centuria, di cui faceva parte” (Vegezio, Epitoma Rei Militaris, II, XVIII); usanza od obbligo confermato da un episodio della battaglia di Bedriacum, in cui, per poter distruggere una catapulta nemica, senza essere scoperti “…due soldati, passando inosservati, dopo aver sottratto due scudi ai cadaveri, non fossero riusciti con memorabile audacia a tagliare le corde e le cinghie della macchina” (Tacito, Historiae, III, 23). Dunque le decorazioni sullo scudo (sia dipinte che con parti di metallo) erano l’unico modo per distinguere i soldati di una determinata unità o reparto.
Per il trasporto dello scudo per lunghe tratte, venivano usate delle cinghie a spalla (Polibio, Historiae XVIII), probabilmente a formare un tutt’uno con la fodera (tegimen) in pelle, impermeabilizzata con grasso, che proteggeva lo scudo dalle intemperie e da cui lo scudo veniva sfilato prima della battaglia.
Stele funebre di Caius Valerius Crispus, soldato della Legio VIII Augusta,
databile alla fine del I secolo d.C. Da Aquae Mattiacorum (Wiesbaden - Germania).
(Cortesia www.uni-tuebingen.de)
Frammento lapideo dell’antica Porta Ticinese di Milano,
raffigurante uno scudo con ali, fulmini e decorazione a “L” (gammadia) nell’angolo.
(Civico Museo Archeologico - Milano-IT. Cortesia www.romanhideout.com)
Rilievo lapideo raffigurante dei soldati di cui uno con scudo rettangolare;
notare il rinforzo del bordo e la decorazione a “L” (gammadia) negli angoli.
(Landesmuseum - Mainz-D)
Rilievo lapideo con soldato in combattimento dotato di scudo
decorato con aquila ad ali spiegate.
(Landesmuseum - Mainz-D)
Militare con scudo a tegola, decorato con tabula ansata, ali, fulmini,
dal medesimo rilievo lapideo (altare) della foto precedente.
(Landesmuseum - Mainz-D)
Frammento di monumento riportante la
raffigurazione di uno scudo a tegola con ali e fulmini.
(Römisch Germanisches Museum Köln - Köln-D)
Raffigurazione di uno scudo a tegola con lati curvilinei, tratta dalla stele funebre di Caius Samius Crescens, soldato della XII Coorte Urbana, stele eretta dal fratello Fortis, soldato della VIII Coorte Pretoriana.
(Cortesia Lapidario Romano dei Musei Civici di Modena-IT
Su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali)
Particolare di un rilievo lapideo databile al I secolo d.C., con raffigurato uno scudo ovale, decorato da fulmini e ali; notare la lunga spina centrale di rinforzo.
(Cortesia Museo delle Antichità - Torino-IT)
Rilievo lapideo in pietra arenaria, databile al II secolo d.C. raffigurante tre ignoti legionari dotati di scudo a tegola; due di questi hanno l’elmo appeso allo scudo.
Dal forte romano di Croy Hill (Scozia) sul Vallo Antonino.
(Cortesia National Museum of Scotland - Edinburgh-GB)
Rilievi lapidei dal Tropaeum Traiani (Adamclisi - Romania), costruito in commemorazione delle battaglie del 101-102 durante le campagne daciche, e le cui raffigurazioni, molto lontane dallo stile classico dei monumenti dell’epoca, denunciano una produzione locale, secondo alcuni ad opera degli stessi soldati. In queste metope è comunque bel raffigurato l’uso dello scudo a tegola
durante il combattimento.
Frammento di umbone dotato di placca quadrata, in bronzo, databile al II secolo d.C.Di misura cm 18,3 di larghezza, è decorato a puntinatura. Si riconosce in alto la figura di Marte, all’angolo la decorazione a “L” (gammadia) tipicamente usata come rinforzo degli angoli degli scudi, e a destra la sigla “AUG” riferito ad una Legio Augusta.
(Cortesia Vindonissa Museum - Brugg-CH)
Umbone dotato di placca quadrata simile al precedente, in bronzo, databile ai primi anni del II secolo d.C. Decorato con incisioni su fondo di stagno, raffiguranti le 4 stagioni (una in ogni angolo), un’aquila sulla protuberanza centrale, due con stendardi militari ai lati; in alto Marte e nella parte inferiore un toro, simbolo della Legio VIII Augusta. Sopra agli stendardi la scritta LEG VIII (a sinistra) e AUG (a destra). Sul bordo inferiore sinistro del pannello, puntinato, il nome di Junius Dubitatus (IVL MAGNI IVNI DVBITATI), soldato a cui apparteneva lo scudo a cui era applicato l’umbone. Altezza cm 30, larghezza cm 26. Rinvenuto alla foce del fiume Tyne (Inghilterra); Una vexillatio della Legio VIII Augusta fece parte nel 43 d.C. del corpo d’invasione della Britannia.
(© The Trustees of The British Museum)
Bordi di bronzo degli scudi rettangolari, il cui scopo era preservare gli scudi stessi da colpi (parte superiore e di lato) o deterioramento (parte inferiore), quest’ultimo dovuto al frequente appoggio dello scudo a terra. Sovente era usato del cuoio duro e impermeabilizzato.
Bordatura di rinforzo di ferro di uno scudo, databile al 9 d.C.
(Cortesia Museum und Park Kalkriese - Bramsche-Kalkriese-D)
Il reperto in alto nella foto ha i lati di misura cm 16,2 e cm 15,8;
quello in basso cm 9,6 e cm 9 (misurazione esterna).
(Cortesia Vindonissa Museum - Brugg-CH)
Esemplare intatto di bordo di scudo con i ribattini per il fissaggio dello stesso al legno dello scudo.
(Cortesia Römerstadt Augusta Raurica - Augst-CH)
Altro frammento ad angolo.
(Cortesia Museum der Pfalz - Speyer-D)
Frammento di bronzo di un bordo di scudo; lunghezza cm 14,4.
(Cortesia Rijksmuseum van Oudheden - Leiden-NL)
Altri frammenti in bronzo dorato.
(Cortesia Rijksmuseum van Oudheden - Leiden-NL)
Rinforzi della parte anteriore che corrispondevano ai rivetti di sostegno della maniglia. Sul davanti questi rinforzi venivano resi eleganti con delle curvature. Il reperto a destra che conserva il doppio arco, misura cm 18,6. Associato a questi reperti un frammento di bordo di lunghezza cm 24 (in basso nella foto) ed uno ad angolo già presentato in una foto precedente.
(Cortesia Vindonissa Museum - Brugg-CH)
Altri esemplari di rinforzo dello scudo.
(Cortesia Limesmuseum Aalen - Aalen-D)
Frammenti di fulmine metallico interpretati come decorazione di uno scudo.
(Cortesia Museum und Park Kalkriese - Bramsche-Kalkriese-D)
Raro e interessante reperto di una fodera (tegimen) in pelle di uno scudo legionario a tegola, pertinente alla Legio XI Claudia Pia Fidelis, coorte I o III, e databile al 70-100 d.C., periodo di stazionamento della legione a Vindonissa (Windisch-Svizzera).
Particolare della tabula ansata al centro della fodera, dove si nota parte
della scritta ottenuta a ritaglio.
(Cortesia Vindonissa Museum - Brugg-CH)
Altre due scritte di pelle per fodera di scudo, sempre appartenute alla Legio XI Claudia Pia Fidelis.
(Cortesia Vindonissa Museum - Brugg-CH)
Parte di un tegimen per scudo rettangolare, con elementi ricostruiti;
forse appartenuto ad un soldato della XV Cohors Volontariorum.
Da Castrum Matilo (Leiden Roomburg-Olanda).
(The Rijksmuseum van Oudheden – Leiden-N)
Scudi rettangolari con lati corti a semicerchio e scudi tondi in dotazione
al corpo dei Pretoriani; notare, sugli scudi rettangolari, le
bordature e i disegni distintivi del reparto.
(Foto©Governatorato SCV – Direzione dei Musei. Tutti i diritti riservati)
Parte superiore di fodero (tegimen) di scudo rettangolare con lati corti a semicerchio (vedi foto precedenti). Notare il bordo costruito a “coulisse” per stringere la fodera intorno allo scudo.
(Cortesia Westfälisches Römermuseum - Haltern-D)
Particolare della stele funebre di Caius Castricius Victor di Como, soldato della Legio II Adiutrix; nel particolare dello scudo ovale, si può notare l’umbone centrale decorato a rilievo con gorgone, saette e fulmini; databile al I secolo d.C.
(Aquincumi Múzeum - Budapest-HU - Cortesia www.romanarmy.com)
Rilievo con soldato (ausiliario?) con scudo ovale.
(Landesmuseum - Mainz-D)
Stele funebre di un centurione, databile tra il 140 e il 200 d.C., da Leibnitz (Austria), in cui è ben delineato lo scudo ovale e la maniglia sul retro dell’umbone.
(Cortesia www.arsdimicandi.net)
Umbone oblungo di ferro databile tra il 19 e il 12 a.C., proveniente al pianoro
dell'Hunnerberg-Nijmegen (Olanda), dove era posizionato il castrum legionario
di Noviomagus Batavorum. Lunghezza del reperto cm 24.
(Cortesia Rijksmuseum van Oudheden - Leiden-NL)
Esemplare di umbo con flangia oblunga per l’ancoraggio alla carcassa lignea;
databile al I secolo a.C.
(Cortesia www.romanhideout.com)
Umbone in bronzo stagnato e maniglia di ferro dello scudo; sulla maniglia sono presenti residui di legno di ontano. Databile all’età flavia. Diametro dell scudo cm 19,2 e altezza cm 6. Da Noviomagus Batavorum (Voorstadslaan-Nijmegen-Olanda).
(Museum Het Valkhof - Nijmegen-NL)
Esemplare di umbone in ferro databile al I secolo d.C.
(Cortesia Vindonissa Museum - Brugg-CH)
Umbone di ferro; misura cm 20,5 di diametro.
(Cortesia Rijksmuseum van Oudheden - Leiden-NL)
Esemplare di umbone in ottone databile al I-II secolo d.C.; diametro cm 20.
(Cortesia Hermann Historica, International Auctioneers - Munich-D)
Umbone in bronzo dal Reno presso Mainz (Germania).
(Landesmuseum - Mainz-D - Cortesia Silvano Mattesini)
Umbone di ferro databile all'inizio del I secolo d.C.
(Cortesia Mestni Muzej Ljubljana-SLO)
Umbone in bronzo databile al I secolo d.C., dal Reno presso Mainz (Germania).
(Cortesia Römisch-Germanisches Zentralmuseum - Mainz-D)
Umbone di bronzo con costolatura centrale, databile al 50-100 d.C.; diametro cm 27,5.
(Cortesia Rijksmuseum van Oudheden - Leiden-NL)
Umbone in bronzo con nervatura centrale di rinforzo.
Databile al I secolo d.C.
(Cortesia Römisch-Germanisches Zentralmuseum - Mainz-D)
Umbone di bronzo con nervatura, riportante la scritta a puntinatura
VERINI R(V)FI. Dal fiume Waal nei pressi di Nijmegen (Olanda).
(Museum Het Valkhof - Nijmegen-NL)
Umbone di ferro da Vindolanda (Inghilterra), sede di una coorte ausiliaria di fanteria.
(Cortesia Vindolanda Roman Army Museum - Chesterholm-GB)
Umboni in ferro; notare la differenza nelle misure.
(Cortesia Limesmuseum Aalen - Aalen-D)
Umbone in bronzo databile al II secolo d.C., da Kirkham (Inghilterra), decorato con incisioni
molto leggere, raffiguranti scene di guerra, Marte, aquile e scene di vittoria; diametro cm 18,5.
(© The Trustees of The British Museum)
Umbone che prevede un sottile alloggio per la spina di rinforzo; proveniente da Carlisle-Tullie House (Inghilterra) che secondo alcuni autori era una stazione di cavalleria.
(Cortesia www.romanhideout.com)
Umbone di bronzo con testa femminile con berretto di elefante; al retro la scritta
COH I GAE FRVNTONI CVMVNI.
La Cohors I Gaetulorum dal 70 d.C. fu di base in Syria.
Databile al tardo I secolo d.C., diametro cm 20.9.
(Cortesia Royal-Athena Galleries - New York-U.S.A.)
Umbone in bronzo stagnato, decorato con motivi floreali e cornucopie.
Databile al 170-200 d.C.
(Cortesia Römisch-Germanisches Zentralmuseum - Mainz-D)
Umbone di bronzo con incisi motivi floreali (vite ed edera),
rinvenuto nel Danubio a Dunaföldvár (Ungheria), e che riporta alcune scritte:
CASSIOPOTENTIS riferito alla centuria di Cassius Potens,
e ANT ES CRESC PROPINQVS, riferito a Crescens Propinqus,
della centuria di Antonino.
Umbone con calotta sferica, databile alla seconda metà del II secolo d.C., in bronzo con tracce parziali di metallo bianco. La decorazione, incisa, raffigura un’aquila, amorini, motivi vegetali e geometrici; all’interno di ben determinate decorazioni circolari, quattro fori per il fissaggio dell’umbone allo scudo. Diametro 20,5 cm. Proveniente da Hoghiz – Romania.
(Muzeul National de Istorie a Romaniei – Bucaresti-RO. Dal volume “Traiano-Ai confini dell’Impero”-Casa Editrice Electa)
Umbone databile al I-II secolo d.C., in bronzo, di forma conica con un pomo al termine; dotato di bordo con quattro teste di leone in rilievo applicate. Intorno, venti ribattini ornamentali con la terminazione a forma di testa, in origine posizionati lungo il bordo dello scudo (il tutto ora montato su un supporto di plastica nera). Diametro dell’umbone 20 cm.
(Cortesia Hermann Historica, International Auctioneers - Munich-D)
Scudo da parata databile al I secolo d.C., in ferro martellato; di forma ovale
(cm 73x60), presenta decorazioni con motivi vegetali e zoomorfi.
(Muzeul National de Istorie a Transilvaniei – Cluj Napoca-RO -
Dal volume “Traiano-Ai confini dell’Impero”-Casa Editrice Electa)
Umbone di bronzo databile al II-III secolo d.C. Diametro cm 11,50.
(Cortesia Hermann Historica, International Auctioneers - Munich-D)
Splendido umbone -in origine dorato- con testa di medusa e bordo con fronde di quercia, forse per uno scudo di un cavaliere, databile al II-III secolo d.C.; da Blerick (Olanda), il reperto misura cm 25,4 di diametro.
(Museum Het Valkhof - Nijmegen-NL)
Frammenti di bordi di rinforzi di uno scudo ovale; questo confermerebbe l’ipotesi che i bordi metallici fossero frutto di scelte personali e non di un equipaggiamento standardizzato per gli scudi a tegola.
(Cortesia Rijksmuseum van Oudheden - Leiden-NL)
Fodera (tegimen) per scudo ovale in cui è presente, ben conformato, l’alloggio per l’umbone, chiaramente visibile nella seconda foto.