SIGNUM
Coorti, manipoli e centurie di fanteria, ali e turme di cavalleria, erano contrassegnate da numero e un nome. All'interno delle legioni ogni coorte era numerata da uno a dieci e talvolta aveva anche un nome; i manipoli erano numerati da uno a tre per ogni coorte, mentre le centurie erano distinte dal numero uno o due a seconda se fosse la prima o la seconda centuria del manipolo e dal nome del centurione che la comandava. Un soldato che combatteva nella legione doveva quindi ricordarsi queste informazione per cercare il suo posto, per esempio: Legio I Italica, III cohors, I manipolus, caenturia di Titus. Le coorti avevano un vessillo detto signum così come i manipoli. I signa portati dai signiferi, erano aste con in cima una punta di lancia ornamentale o una mano alzata (arcaicamente una manciata di fieno), decorate con ghirlande e larghi dischi in numero variabile che forse indicavano le singole centurie: la mano alzata stava forse ad indicare in origine il manipolo o il gesto fatto durante il giuramento, segno di unità, o ancora il saluto militare. Sotto l'emblema, sull'asta (e questo valeva per ogni tipo di reparto), figuravano inoltre eventuali decorazioni al valore, segni connotativi riferibili alla costituzione, all'origine dei militari, o quant'altro potesse essere segno distintivo o di onore. Ogni manipolo aveva due portainsegna (uno per centuria), e si proprende a credere che le coorti legionarie fossero rappresentate da una delle tre insegne manipolari. Altri tipi di signum erano utilizzati dalle Cohortes e dalle Alae di ausiliari: queste riportavano solitamente dei simboli zoomorfi in cima all'asta (vedi capitolo Signa - Animalium). Da tenere ben presente che tutte le insegne di un reparto avevano probabilmente il ben preciso scopo di comunicare ai soldati, durante uno scontro, le posizioni da tenere e le manovre da effettuare e, all'interno del castrum, dove fosse situato il proprio reparto; per cui non solo elementi decorativi e aggregativi, ma preciso strumento della disciplina operativa dell'esercito.
A tutt'oggi, in ogni caso, la maggior parte dei significati delle insegne ci sono oscuri.
Due rilievi lapidei, praticamente identici, raffiguranti tre stendardi con aquila e mani, pluridecorati con corone
d'alloro, phalerae (dona militari?), lune crescenti, rostro di nave e nappe (?); nella parte terminale, sopra il puntale, sono raffigurate le punte a "L" per tenere in piedi le insegne quando appoggiate sul terreno.
I due rilievi facevano parte di un cippo funerario; databili al III secolo d.C.
(Cortesia Chiesa di San Marcello in Corso - Roma-IT)
Restituzione grafica del rilievo dedicato a M. Pompeio Aspro, pluridecorato centurione della Legio XV Apollinares e
già centurione della Cohors III Praetoria, della Legio III Cyrenaica e praefecto castrorum della Legio XX Valeria Victrix.
Al centro un'aquila, ai lati stendardi decorati di varie simbologie (aquile, falere, corone, medaglioni con immagini),
tra cui lo scorpione, simbolo delle coorti pretoriane.
Stele di uno sconosciuto signifero databile al 150-193 d.C.
Al lato signum con dischi e altri elementi.
(Terme di Diocleziano - Roma-IT. - Cortesia www.romanarmy.com)
Vessilli e insegne di varia tipologia tra i numerosi esempi presenti sulla Colonna Traiana.
Notare i dischi e le aquile viste di fronte, contornate da corona.
(Cortesia Museo della Civiltà Romana - Roma-IT)
Parte di un rilievo lapideo dove sono ancora visibili le parti terminali di tre aste di insegne militari, con
phalerae, mezzaluna e nappe, accompagnate da due schinieri. Databile all'età augustea.
(Cortesia Civiche Raccolte Archeologiche e Numismatiche di Milano-IT)
Ara sepolcrale di Quintus Sulpicius Celsus, prefetto del genio militare e della Cohors VII Lusitanorum;
nell'immagine, un bell'esempio di come potevano essere decorati i vessilli: sotto all'aquila
si riconoscono una corona turrita ed una phalera con volto (di una divinità?) e le frange della nappa;
a fianco un vessillo. Seconda metà del I secolo d.C.
(Cortesia Musei Capitolini - Roma-IT)
Su un affresco questa interessante riproduzione di signa militari
databile alla fine del III - inizio IV secolo d.C.; da Villa del Casale, Piazza Armerina (EN).
Si riconoscono due tabulae e due medaglioni con volto.
(Cortesia Parco Archeologico della Villa Romana del Casale-Piazza Armerina-IT)
Rilievo con lunga sequenza di oggetti pertineti ad una insegna militare: dall'alto al basso si individuano
vessillo, corona d'alloro, aquila vista di fronte, figura umana, corona turrita, corona d'alloro,
medaglione con busto, frammento di nappa.
(Foto©Governatorato SCV – Direzione dei Musei. Tutti i diritti riservati)
Bassorilievi dal monumento di Marcus Paccius Marcellus della tribù Galeria, centurione della
Legio IIII Scythicae, ora inseriti nella Torre Febronia dell'Abbazia di Goleto (AV), come materiali di reimpiego.
In questa immagine le insegna riportano dischi, mezzaluna e nappa, oltre ad un elemento non individuabile.
(Cortesia www.esserealtrove.it - Foto Giovanni Rossi Filangieri)
Esemplare di disco di bronzo (phalera) che spesso si trova riprodotto sui rilievi lapidei, sulle aste
che reggono insegne, vessilli, aquile. Da Novae (Svishtov, Bulgaria)
(Istoricheski Muzei - Svishtov-BG)
Parte di un'insegna a medaglione (da applicare sull'asta del vessillo?) in argento dorato (diametro cm 19) rinvenuta a Niederbieber (Germania). Raffigura Tiberio con riferimento alle campagne del 15-14 a.C. (o Caligola) armato di lancia, che sovrasta i barbari vinti. Probabilmente perso durante gli scontri sul Reno del 259-260 d.C. Associabile al reperto successivo.
(Rheinisches Landesmuseum - Bonn-D. - Cortesia www.romancoins.info)
Parte dell'insegna (da applicare sull'asta del vessillo) in bronzo argentato, della Cohors VII Raetorum (COH V(II)) di stanza a Niederbieber (Germania), dove il reperto è stato rinvenuto, probabilmente perso durante gli scontri sul Reno del 259-260 d.C.
(Rheinisches Landesmuseum - Bonn-D. - Cortesia www.romancoins.info)
Particolare di sarcofago con figura di signifero con signum con mano aperta, sotto la quale troviamo
un tabella, dischi, luna crescente e testa felina in fondo.
(Cortesia Aquincum Museum - Budapest-H)
Particolari di rilievi della Colonna Traiana raffiguranti insegne con in cima la
mano aperta e gli usuali dischi.
Ai lati della base dove poggia la mano, le fettucce di stoffa o pelle con pendente terminale a forma
di cuore, tipologia molto utilizzata anche per gli addobbi dei finimenti dei cavalli.
(Cortesia Museo della Civiltà Romana - Roma-IT)
Bassorilievi dal monumento di Marcus Paccius Marcellus della tribù Galeria, centurione della
Legio IIII Scythicae, ora inseriti nella Torre Febronia dell'Abbazia di Goleto (AV), come materiali di reimpiego.
Nell'insegna di sinistra, oltre alla mano tesa compare un vessillo di stoffa e un medaglione con volto;
interessante l'insegna al centro, con tre piccoli busti sovrastati da una punta.
(Cortesia www.esserealtrove.it - Foto Giovanni Rossi Filangieri)
Miniatura di signum, in bronzo, con phalera, luna crescente e mano aperta.
Databile al II-III secolo d.C., altezza cm 5,2.
Probabilmente pertinente ad una piccola statua.
(Cortesia Hermann Historica, International Auctioneers – Munich-D)
Frammento di statuetta di bronzo originalmente raffigurante un signifero.
Il vessilo superstite riporta le frange, phalerae e la mano aperta.
(Cortesia Vindonissa Museum - Brugg-CH)
Stele funebre di Quintus Luccius Faustus della LEGIO XIV Gemina Martia Victrix,
Come sulla stele del collega Caius Valerius Secundus della foto successiva, l'asta riporta un'insegna
decorata con dischi, e una protome di capra su lunula. Da Mainz (Germania).
Stele funebre di Caius Valerius Secundus della Legio XIV Gemina M.V., databile alla seconda metà
del I secolo d.C. La stele riporta un'insegna decorata con dischi, protome di capra su lunula,
due nappe. Notare la fortissima somiglianza con la precedente stele di Quintus Luccius Faustus.
Sia questa stele che la precedente, hanno il signum che termina in alto con una punta lanceolata.
(Landesmuseum - Mainz-D. - Cortesia www.romanarmy.com)
Rilievo dalla Colonna Traiana che presenta due signum all'interno del castrum;
questi presentano nella parte apicale due forme triangolari con punta.
(Cortesia Museo della Civiltà Romana - Roma-IT)
Stele funebre di Quintus Carminius Ingenuus signifero dell'Ala I Hispanorum, databile al I secolo d.C.
Nel particolare, una lancia decorata con pendagli, che era utilizzata come signum.
(Museum der Stadt - Worms-D. - Cortesia www.romanarmy.com)
Punta di lancia in ferro, probabilmente utilizzata come signum, che era completata da
vari elementi decorativi appesi ai bracci orizzontali (vedi stele di Quintus Carminius Ingenuus).
Altezza del reperto cm 30,2.
(Cortesia Museum der Stadt - Worms-D)
Reperto molto simile al precedente rinvenuto a Londra; altezza del reperto cm 29,5.
Particolare della stele funebre di Oclatius, signifero
dell'Ala Afrorum; databile al II secolo d.C.
Nel particolare vediamo che l'asta del signum è una lancia la cui asta è decorata con tabella
(dove forse andava apposto il nome del reparto), e testa leonina con elemento raggiato;
quest'ultimo elemento potrebbe trovare riscontro con il reperto successivo.
(Clemens-Sels-Museum - Neuss-D. - Cortesia © Hartmann Linge)
Disco di bronzo che presenta una corona radiale, al cui interno della nicchia probabilmente
si trovava un volto; il reperto potrebbe trovare riscontro con la stele funebre di
Oclatius, signifero dell'Ala Afrorum. Sul retro riporta tre anelli.
Dal forte romano di Trimontium (Newstead-Scozia), e databile tra l'80 e il 100 d.C.
(Cortesia National Museum of Scotland - Edinburgh-GB)