VEXILLUM
Il vexillum (il cui portatore era il vexillifer) era un altro simbolo della legione ma non solo: era infatti anche un'antica insegna delle ali di cavalleria, ma anche dei distaccamenti talvolta eterogenei detti vexillationes. Su questa insegna che altro non era che una sorta di labaro di colore rosso e di forma quadrata, era ricamato con il colore oro il nome o il numero del reparto o ancora un simbolo zoomorfo o altre figure. Con questo nome era anche indicato il drappo rosso che veniva alzato sul padiglione di comando nell'imminenza di un combattimento.
Nelle raffigurazioni della Colonna Traiana, i vessilli appaiono solitamente senza nessun elemento aggiuntivo sull’asta che li sorreggeva; rari -in generale- gli esempi in cui i vessilli riportano sull’asta dischi (phalerae intesi come dona militari?) mezzelune, corone di alloro e corone turrite, cupole di frange, o mani e aquile sopra il vessillo stesso.
Forse alcuni vessilli, riccamente arricchiti da elementi distintivi, erano solo una sorta di curriculum militare, mentre quelli primi di elementi decorativi erano ad escusivo uso bellico, da utilizzare in battaglia quale elemento di segnalazione.
Vessillo di lino, alto cm 47 e largo cm 50, rinvenuto in un luogo imprecisato dell'Egitto. Presenta qualche traccia della frangia all'estremità inferiore, mentre il bordo superiore è orlato e contiene al suo interno una canna di palude. Lo sfondo rosso riporta al centro, dipinta, la Vittoria sopra un globo, che tiene nella mano destra una corona d'alloro e nella sinistra un ramo di palma; ai quattro angoli presenta dei disegni a "L", tipiche decorazioni dette gammadia dalla forma della lettera gamma. Databile alla fine del II inizio III secolo d.C.
(The Pushkin State Museum of Fine Arts - Moscow-RU - Cortesia Limesmuseum Aalen - Aalen-D)
Tre vessilli affiancati; quello centrale è sormontato da un'aquila ad ali chiuse, mentre gli altri due sono sormontati da una mano e al di sotto presentano quella che pare essere una sfera, anche se potrebbe trattarsi di un disco (phalera). Tutte e tre le insegne presentano la corona dall'alloro sotto il vessillo e la maniglia per sorreggere l'asta. Questa raffigurazione è parte del cosiddetto "sarcofago di p.za Matteotti", custodito presso il Museo Lapidario Estense di Modena.
(Cortesia Museo Lapidario Estense-Modena-IT. Su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali)
Ara sepolcrale di Quintus Sulpicius Celsus, prefetto del genio militare e della Cohors VII Lusitanorum;
nell'immagine, a fianco di un signum, un vessillo di stoffa, privo di elementi decorativi sull'asta.
Seconda metà del I secolo d.C.
(Cortesia Musei Capitolini - Roma-IT)
Frammento di rilievo con vessillo che riporta il volto di una divinità; sopra il vessillo un'aquila
e asta con cupola a frange. Databile alla seconda metà del II secolo d.C.
(Museo Nazionale Romano-Palazzo Altemps - Roma)
Capitello corinzio sotto al quale compare la probabile raffigurazione di un vessillo di stoffa con aquila.
Ai lati fettucce di stoffa o pelle con pendagli terminali a cuore; sotto il vessillo,
sull'asta, due dischi (phalerae).
(Cortesia Civici Musei d'Arte e Storia - Brescia–IT)
Due rilievi lapidei, praticamente identici, raffiguranti tre signa, che presentano al centro un vessillo di stoffa sormontato da un'aquila; le aste di entrambi i vessilli risultano decorate, dall'alto al basso, con corona turrita, corona d'alloro, cupola di frange, phalera, luna crescente, rostro di nave; nella parte terminale, sopra il puntale, sono raffigurate delle maniglie a "L"
per tenere in piedi le insegne quando appoggiate sul terreno o per sorreggere
l'asta durante il trasporto.
I due rilievi facevano parte di un cippo funerario; databili al III secolo d.C.
(Cortesia Chiesa di San Marcello in Corso - Roma-IT)
Particolare di una placca decorativa per il fodero di un gladio; ai lati della figura di Marte, compaiono due insegne militari. A sinistra un vessillo con nappa (?), corona d'alloro, luna crescente e lancia, a destra i medesimi elementi, ma al posto del vessillo di stoffa compare un triangolo con ai lati due pendenti.
(Cortesia Rijksmuseum van Oudheden - Leiden-NL)
Vessillo della Cohors XX Palmyrenorum sagittariorum equitata sull'affresco detto di Julius Terentius;
dalla cittadina di Dura Europos (Tal al Hariri-Siria), e databile circa al 239 d.C.
Sopra al drappo rosso si intravede un elemento discoidale, probabilmente metallico.
(Cortesia e Copyright © - The Yale University Art Gallery-U.S.A.)
Punta di bronzo proveniente dal campo della Cohors XXIIII Volontariorum Civium Romanorum, di stanza nell'attuale Murrhardt (Germania); nel tubo centrale (diametro cm 3,1 e lungo cm 5,3) veniva infilato un legno trasversale alle cui estremità era fissato il vessillo del reparto; altezza del reperto cm 25,4, larghezza cm 11,7.
(Cortesia Carl-Schweizer-Museum - Murrhardt-D)
Particolari dei rilievi della Colonna Traiana rappresentanti vessilli di
stoffa senza elementi decorativi sull'asta.
(Cortesia Museo della Civiltà Romana - Roma)
Particolari dei rilievi della Colonna Traiana rappresentanti vessilli di
stoffa con elementi decorativi sull'asta. Nella seconda foto i vessilli paiono decorati
con rappresentazioni di scudi ovali.
(Cortesia Museo della Civiltà Romana - Roma)
Particolare di un rilievo lapideo che riporta un vessillo decorato con uno scudo ovale,
come la foto precedente.
L'asta risulta decorata con gli usuali elementi (aquila, corone, dischi con immagini).
(Foto©Governatorato SCV – Direzione dei Musei. Tutti i diritti riservati)
Rilievi lapidei dal monumento denominato Tropaeum Traiani di Adamclissi (Romania), le cui raffigurazioni,
molto lontane dallo stile classico dei monumenti dell'epoca, denunciano una produzione locale,
secondo alcuni ad opera degli stessi soldati.
In questa metope sono ben raffigurati dei vessilliferi e un signifero; le raffigurazioni dei due vessilli riportano agli angoli le decorazioni a "L" dette gammadie dalla forma della lettera gamma.